Repressione globale contro le piattaforme DDoS: sequestrate 27 piattaforme

Piattaforme DDoS

Repressione globale contro le piattaforme DDoS: sequestrate 27 piattaforme

Repressione globale contro le piattaforme DDoS: sequestrate 27 piattaforme

Nell’ambito dell’operazione internazionale PowerOFF, le forze dell’ordine hanno smantellato 27 piattaforme booter/stresser utilizzate per eseguire attacchi Distributed Denial-of-Service (DDoS). Questi siti, progettati per sovraccaricare i server e renderli inaccessibili, erano impiegati sia da hacker criminali che da hacktivisti per danneggiare siti web e servizi online.

Operazione PowerOFF: colpo ai fornitori di DDoS
L’operazione, coordinata da Europol, ha visto la partecipazione di agenzie di sicurezza di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Brasile, Giappone e vari paesi europei. Si tratta di una campagna pluriennale mirata a contrastare l’abilitazione e l’esecuzione di attacchi DDoS su scala globale.

  • Siti sequestrati: Sono stati rimossi siti come zdstresser.net, orbitalstress.net e starkstresser.net.
  • Arresti: In Francia e Germania sono stati arrestati 3 amministratori legati alla gestione di questi servizi.
  • Indagini sugli utenti: Sono stati identificati oltre 300 utenti attivi delle piattaforme per ulteriori indagini e azioni legali.

La polizia olandese ha rivelato che circa 200 sospetti sono stati identificati, e almeno quattro di loro sono già sotto processo. Tra questi, un uomo di 26 anni è accusato di aver effettuato oltre 4.169 attacchi DDoS, mentre gli altri sospetti avrebbero condotto centinaia di operazioni simili.

Repressione globale contro le piattaforme ddos

Iniziative di prevenzione e sensibilizzazione
Oltre ai sequestri e agli arresti, l’operazione ha incluso una campagna di deterrenza e sensibilizzazione per scoraggiare il ricorso a tali piattaforme:

  • Annunci mirati: Le forze dell’ordine, come Homeland Security Investigations e la National Crime Agency (NCA) del Regno Unito, hanno lanciato annunci pubblicitari sui motori di ricerca. Questi vengono attivati da parole chiave legate ai servizi DDoS e informano gli utenti sull’illegalità e le conseguenze delle loro azioni.
  • Comunicazioni dirette: Lettere di avvertimento, email e telefonate sono utilizzate per raggiungere gli utenti di questi servizi, con l’obiettivo di dissuaderli dal proseguire nella criminalità informatica.

Prevenire l’escalation criminale
Secondo Frank Tutty, della National Cyber Crime Unit (NCA) del Regno Unito, i servizi booter rappresentano spesso un punto di ingresso per i giovani nel mondo della criminalità informatica. Queste piattaforme, accessibili e poco costose, attraggono aspiranti hacker che possono successivamente passare a crimini più sofisticati.

“Affrontare questa minaccia non significa solo arrestare i trasgressori, ma anche aiutare le persone a fare scelte migliori ed evitare il percorso criminale,” ha dichiarato Tutty.

Conclusioni
L’operazione PowerOFF segna un passo significativo nella lotta contro i servizi DDoS-for-hire, ma anche nella prevenzione dell’escalation della criminalità informatica. L’approccio combinato di repressione e sensibilizzazione evidenzia l’importanza di contrastare non solo le piattaforme illegali, ma anche le dinamiche sociali e culturali che alimentano il fenomeno.


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